Arbitrarieta'e imprecisione nel linguaggio
DOI:
https://doi.org/10.4312/linguistica.31.1.25-29Keywords:
Arbitrarieta'e imprecisione nel linguaggioAbstract
In queste citazioni si rispecchiano gli estremi di due punti di vista opposti con cernenti il rapporto tra illinguaggio e Ia realtà non linguistica. L'approccio di colo roche, come Diodoro e Roger Price, credono che le forme linguistiche abbiano si gnificati precisi e inalterabili, si definisce normalmente "convenzionalistico", giac che si presume che I 'uso del linguaggio segue regole e convenzioni che permettono poca o nessuna variazione. Dei due approcci, questo è più vecchio ed è alia base del le prescrizioni della grammatica e della lessicografia accademiche. L'opinione del grammatico stoico Crisippo, secondo Ia quale ogni fenomeno linguistico sarebbe polisemico, è assai meno diffusa tra gli studiosi dellinguaggio. Gli estremisti di que sta scuola sostengono che nessuna manifestazione dellinguaggio abbia un significa to preciso o un rapporto qualsiasi con il mondo reale e che, per conseguenza, illin guaggio si riferisca unicamente a sé stesso. Questa dottrina ha le sue radici nello "scetticismo radicale concernente illinguaggio" espresso da John Locke nel suo Es say Concerning Humane Understanding del 1690, ed è stata esumata nella seconda meta del Novecento dal gruppo parigino dei Telqueliens come Jacques Derrida, Ro land Barthes, Julia Kristeva e i loro seguaci.
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