Concordanza dei tempi: fenomeno non balcanico in una lingua balcanica
DOI:
https://doi.org/10.4312/linguistica.15.1.159-171Keywords:
Concordanza dei tempi, fenomeno non balcanico in una lingua balcanicaAbstract
È ben noto dal secolo scorso che molte particolarità linguistiche, specialmente nel campo della sintassi, sono comuni ai popoli balcanici, benché questi siano di varia origine linguistica: indoeuropea (greca, illiro-tracia, romanza e slava) o non indoeuropea (turca). Trascurando altre specificità balcaniche comuni, che esulano dal quadro del nostro interesse scientifico, dobbiamo mettere in rilievo che la affinità di cui parliamo sono dovute alla coesistenza plurisecolare e, in primo luogo, alla bilinguità o plurilinguità di un gran numero di parlanti, cosa che, talvolta, rende impossibile anche la precisazione dei confini etnici e linguistici. Quanto al problema che ci interessa oggi, abbiamo l'impres sione che il primo ad averlo rilevato sia stato lo sloveno Jernej Kopitar, che preannunciava l'esistenza di una sintassi comune delle lingue balcaniche. Recentemmente, questo momento fu messo di nuovo in evidenza durante il III Congresso di Balcanologia, tenutosi a Bucarest nel settembre del 1974, che diede l'occasione a un gruppo di romanisti che vi partecipavano di proporre la compilazione di una futura grammatica balcanica la cui parte essenziale sarebbe stata dedicata alla sintassi.
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Copyright (c) 2015 Momčilo D. Savić
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